venerdì 17 giugno 2011

Protagonisti



Francesco Lana de Terzi propone il primo serio tentativo di realizzare un velivolo volante più leggero dell'aria.  Nel 1670 pubblica infatti il libro Prodomo, che contiene un capitolo intitolato Saggio di alcune invenzioni nuove premesso all'arte maestra nel quale è riportata la descrizione di una nave volante, un vascello più leggero dell'aria da lui immaginato nel 1663 sviluppando un'idea suggerita dagli esperimenti diOtto von GuerickeSecondo il progetto, che intendeva "fabricare una nave, che camini sostenata sopra l'aria a remi, & a veli", il velivolo doveva essere sollevato per mezzo di quattro sfere di rame, dalle quali doveva essere estratta tutta l'aria. La chiglia sarebbe stata appesa alle sfere di rame (di circa 7,5 metri di diametro), con un albero a cui era attaccata una vela; secondo i suoi calcoli, quando nelle sfere veniva fatto il vuoto, esse divenivano più leggere dell'aria e offrivano una spinta ascensionale sufficiente a sollevare la barca e sei passeggeri. Oggi sappiamo che la realizzazione del progetto non è fisicamente possibile, perché la pressione dell'aria farebbe implodere le sfere e perché sfere sufficientemente resistenti avrebbero un peso superiore alla spinta fornita. Ma il grande merito dello scienziato è di aver per primo applicato alla navigazione aerea il principio di Archimede, lo stesso che consente alle navi di galleggiare sull'acqua e che nel 1783 porterà all'aerostato dei fratelli Montgolfier.


Giuseppe Michele e Francesco Montgolfier riescono a compiere il 3 giugno 1783 ad Annonay la loro prima ascensione. . Si ipotizza che un giorno osservando i panni posti ad asciugare sopra un fuoco notò che alcune parti ripetutamente si sollevavano verso l'alto.
Giuseppe iniziò a svolgere degli esperimenti specifici nel novembre del 1782. Come egli stesso riportò pochi anni più tardi, stava una sera davanti a un fuoco mentre rifletteva su una questione militare di attualità -- un attacco alla fortezza di Gibilterra, che si era dimostrata imprendibile sia da terra che da mare. Joseph iniziò a pensare alla possibilità di un attacco dall'alto, con truppe sollevate in aria dalla stessa forza che innalzava le scintille del falò. Egli ipotizzava che all'interno del fumo vi fosse una qualche sostanza, un gas speciale (il "gas di Montgolfier"), dotato di una speciale proprietà che egli definì "lievità".
Sulla base di questi ragionamenti, Joseph costruì un contenitore a forma di scatola (delle dimensioni di 1 x 1 x 1,3 metri) usando un sottile foglio di legno per i lati e un rivestimento superiore in tessuto leggero di taffettà. Sotto il contenitore accese un falò di carta. L'oggetto si sollevò rapidamente dal suo supporto fino a urtare il soffitto.
Joseph convinse poi il fratello a costruire un primo aerostato ad aria calda scrivendogli le seguenti poche, profetiche parole: "Presto, procurati una buona dose di taffettà e di corde, e ti mostrerò uno dei più sbalorditivi fenomeni al mondo!". Da quel momento in poi i due fratelli lavorarono assieme al progetto.
I due fratelli costruirono un nuovo apparecchio, in scala, tre volte più grande. Il 4 giugno del 1783  l'aerostato fu fatto volare nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay, di fronte a un gruppo di notabili degli "etats particulars". Il volo coprì circa 2km, durò 10 minuti e raggiunse l'altitudine stimata di 1.600-2.000 metri.Stanti questi successi, i fratelli Montgolfier decisero di svolgere una dimostrazione pubblica del funzionamento dell'aerostato ad aria calda, e stabilire così la paternità dell'invenzione. 
ESPERIMENTO A TORINO...
Il primo esperimento aerostatico a Torino è eseguito l'11 dicembre 1783, con un piccolo pallone, senza alcun equipaggio, che rimane nell'aria alla vista per 5 secondi e 54 primi. L'esperimento è condotto da Roberto de Lamanon, Carlo Antonio Galleani-Napione di Cocconato e Giuseppe Amedeo Corte di Bonvicino.

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